Vajont: l’acqua imprigionata. Per non dimenticare a 60 anni dalla tragedia 1963-2023

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Data:

29 Settembre 2023

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Il Cai di Feltre – la Commissione Cultura e Tutela Ambiente Montano in particolare,  insieme al Comune di Pedavena e alla Biblioteca Civica di Pedavena vogliono essere partecipi al ricordo e non solo al ricordo, nel 60mo anniversario della strage sul Vajont. Si parla di strage perché persero la vita, a seguito della frana del Monte Toc, ben 1910 persone, solamente 726 delle quali furono identificate. Una frana che fece piombare su Longarone, Casso, Erto ed i paesi vicini, 50 milioni di metri cubi di acqua, con 270 milioni di  metri cubi di terra finiti all’ interno dell’invaso.

Vite spezzate, famiglie scomposte, un futuro difficile per una comunita’ distrutta. Anni di indagini e processi ed una battaglia “vinta” in parte. Molti numeri e statistiche portarono in seguito a evidenziare che fu una strage annunciata. Una strage di Stato, come venne chiamata in effetti. Molti numeri e cifre hanno quantificato la gravita’ dell’accaduto, ma la breccia che segno’ questo evento per la storia della Provincia incise il futuro. Per anni, noi bellunesi abbiamo seguito con il cuore davvero gonfio di rabbia e pieta’ umana questi sopravvissuti parlare nelle interviste, e il loro “dopo” durato 60 anni.

Nelle operazioni di soccorso sono stati impiegati vigili del fuoco provenienti da tutta Italia, alcuni dei quali provenienti dal distaccamento presente all’interno della fabbirca di birra Pedavena. Molti anche i militari in arme in servizio di leva, tra cui  diversi alpini anche originari dei nostri territori, che si prodigarono per riportare il paesaggio lunare ad una parvenza di normalita’ a seguito dell’inferno senza fuoco del 09 di ottobre, per la costruzione di un “non luogo”, ove i vecchi paesi furono sostituiti da nuove costruzioni.

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro consegno’ la sua relazione finale il 15 luglio 1965, con questa ultima osservazione: “L’esperienza del passato deve servire per il futuro”.

E’ per questo motivo che queste parole cadono anche ora nel momento opportuno. Momento in cui le nostre montagne sono di nuovo minacciate da pericoli di sfruttamento delle acque, da idee chiuse nel cassetto che si vogliono riproporre, da nuovi miraggi di cementificazione venduti attraverso slogan di falsa ecologia e sostenibilita’. E’ giusto che le genti di montagna siano messe in condizione di difendere il proprio territorio e di essere consapevoli delle minacce nuove che incombono e che farebbero arretrare agli anni del Vajont.

Il Geologo Ugo Scortegagna, scrittore, naturalista, formatore del Cai, nonché membro del Comitato Scientifico del Cai e voce narrante del disastro, insieme al Geologo Emiliano Oddone, ci fara’ ripercorrere la strada di quella storia dolorosa per la Provincia di Belluno, per la nazione intera.

Scortegagna incontrera’ ben undici classi degli istituti superiori di Feltre sabato 7 ottobre presso la palestra del Liceo dal Piaz; i ragazzi verranno adeguatamente formati sull’argomento dai loro insegnanti. Portare questa voce fra gli studenti è per noi del Cai un’azione molto importante. I giovani costituiscono la luce del nuovo, fondamentali ed imprescindibili col il futuro del nostro territorio montano.  E’ oltre che doveroso riparlarne, essenziale non abbandonare all’oblio questi eventi evitabili. Eventi che, insieme ad altri buoni o meno buoni, hanno costruito la storia del bellunese fino ad oggi, in una Provincia che si sta purtroppo svuotando.

Vorremmo vedere la sala S. Guarnieri gremita il 6 ottobre alle ore 20,30; lo dobbiamo a quelle 1910 vittime e ai superstiti, ma lo dobbiamo ai nostri figli, alle nuove generazioni, al futuro di queste Terre Alte, che meriterebbero finalmente pace e scelte che vadano nella giusta direzione. La direzione diretta alla tutela dell’ambiente in ogni suo fronte.

Ultimo aggiornamento

23/01/2024, 16:35

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